UDITO
Vi invito a guardare il mio video: https://youtu.be/e9Fgl13ljfY
I sensi al tempo del coronavirus
A cura di Giovanna Ferro psicologa psicoterapeuta
Parte 1
Silenzio fuori, per chi non era abituato;
ora possiamo conoscere i rumori di base dell’ambiente in cui viviamo, potremmo averne paura non avendoli mai sentiti
Possiamo allenarci a distinguere il giorno dalla notte in base a quello che arriva alle nostre orecchie
Forse anche un semplice battito di ciglia ora può fare la differenza!
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Sugli schermi del televisore viaggia la voce da TG, sempre molto angosciante, ma che comunque si può scegliere di stoppare.
Lo starnuto, la tosse si sono trasformati in rumori allarmanti per la propria incolumità
Ambulanza e sirene ci fanno precipitare nell’angoscia, ci fanno dimenticare la possibilità di salvezza
Macchinari medici con il loro sottofondo sonoro, per molte persone in questo periodo sono un suono sano e segnale di vita
Il battito del cuore dei medici e degli infermieri in prima linea in questa emergenza ci attivano dentro la speranza che si possa fronteggiare anche questa crisi umana
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Negli ambienti domestici si odono anche le risate fragorose, non solo quelle dei bimbi, ma anche di persone che esprimono il loro desiderio di vita.
C’è quello che non vogliamo o preferiamo non sentire, che prima potevamo tagliare via dalla nostra vita e che invece adesso ci arriva addosso con prepotenza.
Ci sono anche i rumori di casa o meglio i suoni della routine quotidiana che ravvivano le giornate.
Esistono le voci dei familiari a cui non si è data forse molta importanza fino ad ora.
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Mancano i suoni o i rumori dei luoghi di lavoro
Fa ancora più male il silenzio dei luoghi di lavoro ora lasciati da soli
La solitudine assordante del gestore che malinconicamente apre la saracinesca del suo locale per controllare che i tavoli e le sedie siano ancora nella angosciante immobilità;
L’unico suono che lo accompagna è quello che ha sentito alzando la serranda, l’ultimo rumore è quello drammatico di quando la abbassa.
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Radio potente mezzo di comunicazione con cui entrare in contatto con le persone attraverso le parole veicolate dalla musica. Ho sperimentato che anche gli ostici pensieri riguardo la psicologia diventano più facilmente assimilabili se abbinati alla musica delle canzoni.
< Amo la radio perché arriva alla gente, Entra nelle case, E ci parla direttamente, E se una radio è libera, Ma libera veramente, Mi piace ancor di più, Perché libera la mente …> (Eugenio Finardi)
Musica, ascoltatela bene, possibilmente non dal telefonino, che la svilisce…
Ho preso spunto creativo da un articolo sui sensi < Se il coronavirus ci fa perdere i sensi> del 26marzo2020 a p.15 – La Stampa
Ringrazio di cuore Mr. Rock per il montaggio.