Str ҉ n_z@inside
Mi piace l’idea che la simpatica befana, oramai anche tanto di moda nel recapitare doni e carbone, possa fare arrivare nelle case di chi lo richieda, o di chi ne abbia bisogno, un bel corso di Str ҉ n_z@inside. Come lavorare sui propri difetti, sulle proprie lacune nell’ottenere, nel pretendere l’adeguato rispetto, riconoscenza e riconoscimento del proprio modo di essere. Non per tutti, perché esistono persone che sono immodificabili oltre ogni limite, perchè strutturate in un grado di caos eccessivo (beh con qualche anno di psicoterapia potrebbero ottenere risultati ) E poi esiste la categoria di quelli talmente tanto crudeli, meschini su cui il nulla ha messo il marchio a fuoco.
CAPT 1. bisogna imparare a mettere a fuoco che cosa non va in noi, quale è l’aspetto che ci fa fare più fatica. Un classico dei classici, sempre ai primissimi posti di tutte le classifiche internazionali del disagio umano, é la famiglia d’origine. La famiglia, le famiglie con tutte le declinazioni, sono il primo contesto di osservazione. Donne, uomini di 45/50 anni, con una loro famiglia o comunque una autonomia esistenziale che aspettano ancora le direttive della propria madre o del proprio padre, perchè altrimenti non si sentono capaci. Condizionano ovviamente i loro coniugi, compagni, figli a sottostare a delle regole che non conoscono, di cui nessuno ha mai esplicitato il funzionamento. Una rete che imprigiona e che crea disagio: mariti, mogli, figli, nonni, zii, tutti presi dentro il vortice di una giostra, che sembra che nessuno sappia fermare. Quando restituisco a questi adulti, attraverso la mia parola di psicologa, delle belle barriere mentali, il senso di valere e di saper fare, cambiano allora le condizioni. Lì per lì le famiglie d’origine vacillano, ma poi quasi tutti di buon grado accettano la trasformazione, anche perché permette a ciascun componente di avere la libertà di gestire la propria vita, così spariscono inutili litigi, pranzi e cene delle feste con scontri verbali accesi.
Capitolo 2. Donne che dovranno imparare a gestire la relazione con l’amica senza sentire di dover attraversare la confessione, controlli a raggi X per quello che fanno, il controllo della sicurezza corporea. Perché essere vittime delle amiche diventa il peggior paradosso della relazione di amicizia, solo perché qualcuna non riesce ad esercitare il potere altrove, oppure deve sfogare quanto ha represso della propria madre o non ha mai ricevuto dal padre, per fare la tiranna dell’amica del cuore. Cara amica, accetta l’altra, fai tu e lascia che anche le altre si possano esprimere, non salverai nessuna sostituendoti a lei in tutto e per tutto.
Capitolo 3. PER I FIGLI! i vostri genitori meritano un grado elevato di rispetto per tutto quello che hanno cercato di fare e sono riusciti a fare per voi. Ma quando iniziate a capire che si discostano dalla media degli altri genitori, oltre a pensare (come tendono a farvi credere) di esser fortunati di avere una madre o un padre che si sacrificano per voi; fate un balzo avanti, senza sentirvi egoisti ed iniziate a mettere dei bei paletti nel vostro spazio vitale. Dovreste iniziare a sentirvi in diritto di pensare ad un futuro che vi renda sereni e felici.
Capitolo 4. Contro l’invidia di chi butta addosso più o meno inconsapevolmente la frustrazione del sentirsi inadeguato, insicuro, inferiore, voi controbattete alzando le vostre migliori normalissime capacità, nel segno di amicizia e disponibilità. Se gli altri non vogliono collaborare allora sentitevi autorizzati a pensare a voi prima di tutto; poi potrete tendere sempre la mano all’invidioso di turno.
Capitolo 5. Dire tutto quello che passa per la vostra testa pensante, smettete di fare la figura di quelli inebetiti. Non vi siete trattenuti per rispetto ma solo perché temevate di non reggere il confronto con l’altro. Ora dopo aver letto il post potreste sentirvi meglio: più leggeri di sensi di colpa e più forti dentro!
Capitolo 6. Non fare come alcune Figure Politiche savonesi che per ogni buona azione che fanno (loro ritengono di fare, perché non proprio tutte sono buone azioni…) si fanno fotografare! Vorrei che mio figlio, i ragazzi in generale, imparassero ad avere dentro il senso di civiltà e di responsabilità e lo esprimessero attraverso uno sguardo limpido, fiero e felice. Perché la consapevolezza di far qualcosa di buono, saperla fare, riuscire a farla non è direttamente proporzionale al fatto che il resto del mondo venga a saperlo!