Spazzare via
In alcuni casi non c’è niente da spazzare via: è solo apparenza o semplicemente il nulla, magari corredato di belle parole e ostentazione di atteggiamenti per niente utili (come quando alcuni politici parlano di progetti …).
Io adoro spazzare via i luoghi comuni perché appiattiscono i pensieri e le emozioni umane, impedendo di usare la testa. Il paradosso sta nel credere che poche idee possano semplificare la vita mentale, invece spazzano via l’umanità.
Eliminare le abitudini, perché smorzano la creatività. Fare sempre le stesse cose, impedisce di pensarne delle nuove e poi la mente se non viene usata, si atrofizza.
Proprio perché è passato il Natale ed il suo spirito di buonismo, spazzerei via brutalmente alcune persone (ma su questo punto mi soffermerò nel prossimo post: Il peggio di me)!
Poi togliere gli oggetti inutili che ingombrano le case e gli spazi in cui viviamo; sembrano rassicuranti perché in alcuni casi hanno anche un valore economico ingente, ma non servono a dare valore anche a noi. Chi ci sta vicino apprezzerà gli oggetti costosi, ma non la nostra immagine che magari è solo il riflesso degli oggetti o dei vestiti.
Spazzare via la stupidità, la leggerezza d’animo per vedere che cosa rimane e provare finalmente a metterci qualcosa che riempia; non che abbia paura del vuoto, ma una testa non in funzione, un po’ mi da tormento.
Abolire l’idea che essere felici sia impossibile o che debba durare poco, affinché il diritto alla felicità dilaghi tra gli esseri umani. Spazzare via la sicurezza di avere tutto; vivere nel presente con l’incertezza del futuro, fa sentire veramente vivi. L’insicurezza di sbagliare, di non essere capaci, di stare anche un po’ male, rende terribilmente umani e tanto simpatici agli dei.
Il passaggio importante è che ciascun lettore si senta libero di allenarsi a spazzare via, perché esiste sempre qualcosa o qualcuno da spazzare via; se non trovate niente, forse dovreste insospettirvi, o finalmente avrete raggiunto la perfezione!