Si può e non si può
Si può fare e non si può fare. Si può partire con un pensiero apparentemente banale per approdare ad una idea particolare.
Sarò una pignola estrema, ma ogni volta che mi trovo una bicicletta in senso contrario su un tratto di strada in cui la bicicletta non può transitare, sono attraversata da ira! Tutto questo sulla passeggiata degli artisti dove esiste il divieto in alcuni periodi di circolare in bicicletta; anche se in virtù della particolarità della passeggiata forse sarebbe bene che le biciclette non transitassero mai!
Lo so che non esistono piste ciclabili, ma bisogna andare a lamentarsi con i nostri amministratori locali. Non per questo desidero rischiare la vita ogni qual volta camminando in galleria Valloria mi trovo una bici guidata sul marciapiede da donne veramente incuranti degli altri. No, non si può fare!
Invece le donne dovrebbero sapere che si può ammettere nella propria vita la dimensione del piacere fisico, smetterla di dire che solo gli uomini sono interessati al sesso. Si, si può fare!
Non si può con la moto provare l’ebbrezza che provano i piloti sui circuiti…finire sulla careggiata opposta non è molto rispettoso degli altri che si trovano su strada nello stesso momento.
Non si può parcheggiare sul marciapiede, ma qualcuno in piazza del popolo lo fa esattamente di fronte al posto di polizia locale.
Non si può quando il farlo lede lo spazio altrui, la dignità e l’incolumità degli altri, anche se al soggetto parte una sfida interiore di provocazione e di ebbrezza nel tentare di farlo.
Si può quando si esprime la propria natura, il proprio diritto, la propria potenzialità.
L’animo umano non è regolamentato sempre da leggi e regole, le persone devono sentirsi in diritto di esprimere la loro parte interiore, che siano esse idee, sentimenti, sensazioni mentali ed emotive.
Le donne in terapia portano un vissuto pesante di mancata vita sessuale, riferiscono di non avere attività sessuale, ma parlano sempre con estrema vergogna, autotassandosi di colpe che non hanno, sentendosi in difetto e continuando a sperare che arrivi un principe azzurro che le salvi e le porti via.
Non sanno che possono andare via da sole, ossia gestire la loro vita in autonomia. Si, si può.
Quando prendendo spunto dalle indicazioni dei sessuologi chiedo loro di fare un elenco scritto delle parti del loro corpo che piacciono da un lato, e dall’altro di scrivere gli aspetti che non vanno loro a genio, solo una esigua minoranza indicano la vagina. Quest’ultima risulta essere una parte del corpo femminile che viene tagliata via dalla mente.
Da sole le donne mettono non si può, bandiscono la dimensione della piacevolezza e delle essere complici dentro la coppia; trasformano tutto in fatica, sofferenza, dolore. Ma perché? Nessuno obbliga a vivere male, costantemente arrabbiati, con il senso di colpa al massimo.
Avere un contatto con il compagno, fidanzato, marito, compagna, aiuta a instillare la dimensione della serenità nella testa; fa manifestare un sorriso sul viso di cui pochi capiscono la provenienza.
Vi assicuro che si può, la mamma che mi riferì la possibilità di avere rapporti in un bosco, su un prato di campagna, e non solo nelle mura domestiche, non aveva investito economicamente grandi cifre, si era trovata anche grazie al marito uno spazio di felicità estemporaneo in una pausa pranzo di una giornata lavorativa. Complimenti vivissimi per l’ideazione di coppia. Basta davvero poco.
Potrebbero i pazienti uomini non utilizzare le psicologhe donne solo come cestino delle loro paure, tradotte in un linguaggio solo sessualizzato per difendersi dall’angoscia di non esser veri uomini, ma sfruttare l’occasione di contatto con una psicologa per iniziare un percorso di psicoterapia per conoscersi più a fondo. Si può…
<Se penso a tutto il sesso
che non si fa
ai nostri corpi curati solo per vanità.
Ai giorni tutti uguali senza lasciarsi andare mai
e notti tutte uguali senza prendersi mai,
è un peccato lo sai non tornerà mai… > Dimentica – Luca Carboni