Vi invito a leggere il testo e a guardare il video:
RULLI IN CASA. ANCHE IL CORPO VUOLE LA SUA PARTE
RULLI IN CASA. Anche il corpo vuole la sua parte
“Orandum est ut sit mens sana in corpore sano”
Giovenale (Sat. X, 356)
Rulli per la mia bicicletta in sala, non di tamburo, anche se il battito del mio cuore un po’ l’effetto tamburo lo fa per lo sforzo fisico, ed è una bella sensazione energizzante.
Anche il corpo vuole la sua parte, reclama il suo ruolo per garantire l’equilibrio personale, abbinato alla mente. In questo periodo Covid19 i decreti hanno limitato l’attività fisica all’aperto giustamente, ma questo non significa che si debba reprimere la fisicità negli individui all’interno degli ambienti domestici.
È tutto dentro di noi, anche a livello corporeo: quello che spinge le persone a fare attività è la forza di volontà, quel bisogno sano di prendersi spazio per il dinamismo sportivo, l’amor proprio per mantenere una buona forma fisica.
In questi tempi di emergenza sanitaria ancora di più, l’attacco vero è al corpo delle persone, si lotta per far sì di non ammalarsi e per non lasciare che il corpo venga fatto prigioniero dal virus.
Vi scriverò della mia esperienza sui rulli, ho avuto fortuna di ritrovarmeli in casa perché li avevo regalati per Natale.
Allora, inizio con l’impostare il percorso virtuale che andrò a compiere, scelgo Savona-Bergeggi, tratto di strada che ho già fatto davvero soprattutto in estate. Qui mi supporta molto la memoria corporea che mi fa ricordare le sensazioni tattili del sole sulla pelle: energia allo stato puro per affrontare questo periodo di quarantena!
E poi l’ausilio della colonna sonora che mi accompagna durante l’allenamento; aver fatto la speaker radiofonica mi ha permesso di mettere via nel mio bagaglio mentale alcune tracce musicali.
Parto con “Miss you” dei Rolling Stones che mi fornisce la cadenza della pedalata, le mie gambe hanno bisogno che mi prenda cura di loro e che dia loro un ritmo per procedere, un ritmo che mi accompagni durante il percorso affinché si attivi anche l’abitudine corporea ad andare avanti. Bisogna affrontare Covid19 anche a livello fisico; per il corpo, il futuro adesso passa anche dalla pedalata che mi traghetta verso il mio domani.
Sto cercando di crearmi la mia bolla corporea per entrare meglio in contatto con ogni centimetro della mia pelle, non voglio trascurarmi, non me lo merito, mi sento in diritto di reclamare spazio per il mio corpo.
Attacca “Io confesso” di Mauro Ermanno Giovanardi, sto cantando a squarcia gola, mi isolo dalla fatica della pedalata, sento che è una mossa corporea che mi fa stare bene; non appena finisce la canzone, schiaccio il tasto riproduci, e poi ancora, sino a quando il mio stato fisico mi manda il segnale che sta andando tutto bene e potrei farcela ad arrivare alla fine del programma prestabilito.
Si presenta il momento in cui vorrei fermarmi, perché sono stanca ma “Surfin’ bird” dei Ramones mi riattiva, riesce a crearmi dentro quella spinta a non mollare, a non lasciare perdere, anche se basterebbe davvero poco per farlo. Si, serve anche sforzo esiguo per far riprendere le gambe a pedalare attraverso la musica: lo voglio, non desidero stopparmi proprio ora, vado avanti nonostante mi si pari davanti agli occhi della mente il ricordo della immagine di una salita insidiosa.
Inserisco anche “Strange kind of woman” dei Deep Purple, il mio corpo mi chiede nel massimo sforzo ritmo per andare avanti! Anche il corpo reclama attenzione per sé, vuole essere coccolato con grinta, questo momento sui rulli si sta trasformando in un modo per fornire energia anche a lui stesso! E poi vuole anche prendere la distanza- il corpo, dal luogo mentale ricorrente in cui dovremo essere tutti più paffutelli alla fine della quarantena, non vuole uniformarsi ad una immagine corporea in cui le linee saranno più grassocce.
Per concludere, se vogliamo affrontare e venire fuori da queste settimane di arresto Covid19, dobbiamo pensare anche al corpo, ritagliare uno spazio per lui per lasciarlo esprimere, ritengo che l’esperienza sui rulli in bici mi abbia permesso di farlo. Ne sono davvero felice!
Giovanna Ferro, psicoterapeuta associata esterna del Centro Dipendiamo