OLFATTO
I sensi al tempo del coronavirus
A cura di Giovanna Ferro psicologa psicoterapeuta
Parte 2
L’aroma di caffè che si espande per la cucina è una delle sensazioni più elettrizzanti che si possano provare, ora più che mai con la chiusura dei bar.
L’odore del cibo cucinato in casa ci invade persistentemente.
L’esalazione della torta preparata con i bimbi ci rende felici.
L’odore del cibo cucinato dal figlio adolescente per tutta la famiglia è un segnale di coinvolgimento!
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Sfrego le foglie della pianta di cannella per farmi invadere dal suo aroma energizzante.
Mi lascio pervadere dalla fragranza degli armadi con i loro profumatori.
Mi spruzzo il mio profumo preferito per non perdere la continuità, con un tocco di matita viola ed un rossetto un po’ eccentrico!
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Mi colpisce l’odore della stanza del figlio, in cui prova anche a palleggiare con il suo pallone in gommapiuma
Si spande l’odore della camera degli adulti dopo una notte di incontri amorosi.
<Non va più via, l’odore del sesso, che hai addosso, si attacca qui, all’amore che posso> Ligabue
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Mi inchioda l’odore di disinfettante!
Odori “chimici” che arrivano dallo schermo, che mi sembra di percepire mentre ci travolgono di informazioni su Covid19.
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Odore che proviene dalla strada con il retrogusto di inquinamento.
Attiviamo la memoria dei luoghi di lavoro con il loro particolare profumo.
Il profumo dell’abbraccio di un amico o di un amante lontano adesso è precluso, bisogna recuperarlo dentro di sé nel proprio bagaglio affettivo.
L’odore del mio mare in casa non arriva.
Ringrazio di cuore Mr. Rock per il montaggio.