Non se ne può più, e non solo dopo Parigi …
Esistono momenti in cui gli uomini e le donne devono capire quanto sia importante stare in silenzio, per rispettare il dolore e la sofferenza dell’umanità.
Siamo più o meno liberi di pensare quello che ci passa per la testa, ma magari poi meglio tenersi dentro alcune cose.
Il silenzio è il migliore veicolo delle azioni e dei cambiamenti possibili; passare dalle azioni quotidiane, dal fare e dal partecipare induce la trasformazione.
Rispettare gli altri, conoscere il diverso, avvicinarsi a chi non è come noi, senza pensare di essere superiori.
A me personalmente viene la nausea a sentire il pensiero di assessori che manco riescono a gestire il loro assessorato comunale e si fanno vedere partecipi di azioni di politica internazionali, di cui veramente pochi sono in grado di dare una spiegazione. Iniziamo da quello che possiamo fare nel nostro lavoro, evitiamo la tentazione di fregare voti facendoci vedere quello che proprio non siamo!
Mi provoca repulsione l’incapacità di occuparsi del “vicino di casa”, del parente familiare, e poi grandi paroloni sulla violenza degli altri!
Preferisco continuare a esortare i bambini e i ragazzi al rispetto, a usare la testa; perché, secondo me, non esistono pensieri che s’illuminano da soli magicamente. E poi sono proprio i pensieri e le emozioni che vengono spenti e soffocati a provocare solo guerra.