Mi perdono
Mi perdono, ho deciso di perdonarmi, ho deciso di farmi un dono, per dono: a me stessa. Mi perdo-no! No, non vorrei perdermi; preferisco ritrovarmi.
Dopo essermi criticata e revisionata, credo fermamente nel diritto di essere felice, di poter esprimere la mia voglia di vivere, ma non contro coloro che purtroppo non sanno vivere e che vorrebbero spegnere e contaminare gli altri con il loro malessere esistenziale (con la presunzione di essere dalla parte della ragione). Soprattutto per coloro che non possono, perché la vita ha tolto loro le energie e le forze – con crudeltà – frutto della mancanza di giustizia che dilaga nel nostro mondo.
<Hai gettato la tua maschera e hai rivelato il tuo vero volto, fatto di mille sfumature, alcune più piacevoli come la bellezza, la tua forza ed il tuo coraggio, altre più sgradevoli come la tristezza, la debolezza e la fatica (194) … …raccolse dal cuore tutti gli ingredienti e amalgamò con energia la Fiducia in sé stessa, la Capacità di rendersi felice, il Perdono per gli errori commessi e l’Autenticità. (195) M.C. Gritti La principessa che aveva fame d’amore.
Si, nel corso anche di quest’anno ho compiuto uno dei passi descritti nel libro della Gritti, per arrivare a definire quella che è la mia persona con confini più chiari e ben definiti.
Mi perdono di aver fatto la <brava donnina> per condizionamento familiare e sociale, mi sono scrollata di dosso quell’atteggiamento sacrificale, con senso del dovere misto a senso di colpa, che spegnerebbe dentro chiunque.
Mi perdono per aver tradito la fiducia in me stessa, ed essermi sentita spesso inadeguata, sottovalutando ovviamente il peso del contesto in cui mi muovevo e le relazioni interpersonali in cui ero immersa.
Mi perdono le persone inutili che ho incrociato, senza averle mai cercate; quelle con cui ho provato a confrontarmi, senza aver capito che a causa del loro vuoto interiore non erano abilitate ad interagire dentro una relazione
Mi perdono l’incompetenza con cui ho avuto a che fare in ambito professionale, in svariati contesti. Non mi piace per niente ad esempio l’utilizzo della mediazione familiare nei casi di violenza familiare.
Mi perdono la mia separazione, soprattutto per chi non ha mai chiesto spiegazione alcuna, ma ha deciso di voltarsi dall’altra parte, ovviamente giudicando in una logica lineare di torto/ragione, perché quella circolare è troppo complessa!
Mi perdono ancora di più la separazione dell’altro, a maggior ragione, perché se la sua storia sentimentale non funzionava non era di certo responsabilità mia. Se nel passato non si è riusciti a trovare una soluzione, basta buttare spazzatura su gli altri.
<Ditele che l’ho perduta quando l’ho capita
Ditele che la perdono per averla tradita> (De Gregori)
Mi perdono di aver pensato, e provato a sperimentare un progetto innovativo con una società calcistica, rivolto a bambini e ragazzi per aiutarli ad utilizzare la testa al meglio in ambito sportivo. Lo so ho sbagliato a credere di poter essere capita!
Mi perdono le parolacce, forse avrei dovuto dirne di più.
Mi perdono di continuare ad interagire con chi non vuole uscire di scena, perché ha il terrore di non esistere più. Oggi però ho deciso di fermarmi.
Mi perdono gli errori, so di non essere infallibile.
Mi perdono scuse mai arrivate per gesti che ritengo riprovevoli, dopo aver pure tu indossato l’atteggiamento vittimistico di chi mai ha delle responsabilità. A questo punto però probabilmente neanche le accetterei le scuse.
Mi perdono di aver pensato male (cit.) e di aver fatto peccato… di talune persone, ma credo di aver azzeccato completamente il tipo di persona che si nascondeva dietro la scintillante maschera; poiché una volta sollevata la maschera non ho potuto interagire con alcunché.
Mi perdono di aver osato criticare le madri, in particolare alcune tipologie di madre che rientrano anche in quello che sostiene Banksy: <Molti genitori sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa per i loro figli, tranne lasciarli essere sé stessi>. Per il loro mandato sociale e culturale, alcune mamme pensano di poter fare quello che a loro è utile per riempire il vuoto esistenziale personale; ma così agendo devastano i figli.
Mi perdono di aver perso la pazienza, sono umana, ed oltre un certo limite non riesco a tollerare.
Mi perdono tutta la fatica e la grinta che ho tirato fuori, tutti i progetti che cercherò di concretizzare, credo nella vita, nel futuro. Anche se in questo momento della mia vita sono veramente stanca!
Mi perdono di ricordare a distanza di anni questa filastrocca che imparai alle scuole elementari, L’anno nuovo di A.S. Novaro
L’anno vecchio se ne va, e mai più ritornerà,
io gli ho dato una valigia di capricci e impertinenze,
… e gli ho detto: “Porta via! questa è tutta roba mia”.
Anno nuovo, avanti avanti,
ti fan festa tutti quanti …
d’esser buono ti prometto, anno nuovo benedetto.
Vorrei fosse di buon auspicio per i miei lettori.
Vi auguro di realizzare almeno un vostro sogno!