Lettera di una figlia al papà.
Pubblico alcuni passi della lettera di una figlia adulta al padre. Non voglio influenzare il lettore con considerazioni sulla parte buona e sulla parte cattiva presenti nelle persone, il mio compito di psicoterapeuta non è quello di giudicare, ma di permettere alle persone che si rivolgono a me di trovare chiarezza per sentirsi in diritto di vivere felici.
Aggiungo però che non è sempre facile per i figli ottenere quel giusto grado di limpidezza nella relazione con i genitori che per altro non hanno né la possibilità di scegliere, né di definire la giusta distanza di spazio vitale da mantenere rispetto alla coppia dei genitori in quanto moglie e marito, compagni di vita di coppia.
Sono io che l’ho invitata a scrivere al papà, lei lo ha fatto, chiamando a sé tutte le forze e le sue migliori competenze. Poi ha letto lei stessa la lettera al papà. Il papà sembra essersi illuminato dentro, adesso attendo di fare un incontro a tre.
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Lo so… ti starai chiedendo il motivo per cui io sia scomparsa, sparita, ti parli con distacco, con freddezza. A volte anche un po’ di menefreghismo. Forse oggi nero su bianco riuscirò a spiegarti il motivo di tutto questo. Ho tanto dolore dentro, papà. Dolore che mi portavo dietro da tanti anni…Credo di averlo sopito … ma ora è riemerso ed è esploso come una bomba devastante nella mente.
Non sei stato un bravo papà, sei stato una persona fredda e distaccata. A tratti cattiva, o come ti definisci tu stesso “una bestia”. Sono parole tue, perché spesso ami dire “io sono cattivo, io sono una bestia” Ce ne siamo accorti sempre tutti di questo tuo aspetto
Ma papà ricorda che si raccoglie ciò che si semina. Ed io oggi mi rendo conto che tu con me, non solo non hai seminato nulla, ma quelle poche cose che io ti ho visto seminare sono state cattiverie, gesti di ira, sbotti, intolleranze. Non sei una bella persona. Non lo sei mai stato. Non capisco cosa tu abbia dentro. Io so solo che oggi mi rendo conto di avere avuto una madre che ha cercato in tutti i modi di difenderti, di prendere le tue difese davanti a tutti, arrivando poi anche lei a sopportarti, a patirti, a tollerarti. Lei in tutto e per tutto ha sempre cercato di venire dietro alle tue esigenze e alle tue cattiverie, ai tuoi silenzi, alle tue rabbie
E tu solo non permettevi uno scambio sereno; ancora oggi con me ogni volta che si apre un discorso tu sei di una cattiveria imbarazzante contro tutti, hai fastidio verso tutti, ti da fastidio ogni cosa. Ma che persona sei? Spiegami che persona sei.
Non me ne vado…ma l’ho pensato sai. Non me ne vado perché io sarò presente fin quando tu non chiuderai gli occhi. Poi magari li chiuderò prima io. È tanto strana la vita. Però io sarò qui fin quando avrai bisogno. Ovviamente. Perché mi rendo conto che questo sia ciò che prevede il mio ruolo di figlia. Ma tutto ha un limite. Tutto ha veramente un limite. Io voglio farti capire che non sei stato una bella persona. Non lo sei proprio stato. Ma soprattutto spero che tu ora rispetti i miei silenzi, il mio non esserci. Ti sembrerà una cosa cattiva…ma io l’ho subita per una vita intera con te. Non ci sei mai stato, però quando c’eri mi facevi pesare ogni cosa.
…E da qui il mio essere sempre alla ricerca di una figura maschile, al mio fianco, che potesse sostituirti come appoggio, creando mille sbagli di valutazione nella scelta del mio compagno, perché ero sempre alla ricerca di una figura maschile che fosse semplicemente morbida e dolce, per compensare ciò che vivevo e avevo vissuto con te. Il resto non mi interessava…era solo importante che fossero figure maschili morbide e dolci con me. Questo mi faceva e mi fa innamorare. Nulla altro. Perché non ho mai avuto questo da te.
…il senso di questa lettera era farti capire il motivo del mio distacco. Felice (per me) di essere riuscita a scriverla.
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Non ho mai pensato che a Natale si debba essere tutti più buoni, perché le forzature non servono a fare stare bene dentro le relazioni che intratteniamo, anzi fingere aumenterebbe il grado di cattiveria già presente innatamente dentro di sé, per voi riversarsi inaspettatamente sui nostri vicini
Io vorrei tanto che ad ogni Natale cadessero sempre un po’ di più le maschere che indossiamo. Non solo a Natale, ogni giorno dell’anno!
Diventeremmo davvero più disponibili, perché scegliendo liberamente senza ottemperare a quelli che crediamo essere vincoli familiari e sociali, arriveremmo ad esprimere le nostre migliori qualità.
Lo so che le persone non lo fanno apposta ad essere cattive, dipende dalla loro storia e dagli eventi di vita loro accaduti, però la cattiveria fa vivere male.