Le mie mani su di te e anche su di me,
nell’incontro di due corpi, che stanno assieme perché si desiderano, perché hanno voglia di vivere, ma non solo dentro una relazione cosiddetta tradizionale.
Ho capito che tantissime donne ed altrettanti uomini non hanno mai vissuto la loro vita sessuale. E’ un fattore istintuale, è alla portata di tutti, non funziona in base al reddito e al livello socio-culturale, l’incontro di due persone.
Eppure credo che all’interno dei matrimoni pochi possano davvero dire di aver conosciuto quel puro piacere che deriva dall’esperienza sessuale. Molti si sono illusi!
In studio con le coppie ne ho la conferma, solo quando si riesce a rompere l’automatismo di uno schema sessuale, che ha per priorità il generare figli all’interno di una cultura predominante, ci si incontra prima con se stessi e poi con l’altro.
Si scopre così di avere un corpo che ha bisogno di attenzioni. Non si tratta di diventare trasgressivi, si dovrebbe però riuscire a mettersi davanti ad uno specchio ed iniziare ad accarezzarsi, a sfiorare ogni singolo lembo della propria pelle profumandolo con olio essenziale, annusare un proprio braccio, toccarsi sotto il piede, partire dalla periferia, per poi via via arrivare al centro.
E’ quasi difficile anche da scrivere in un articolo, sembra di incitare ad una rivoluzione sessuale che di fatto c’è già stata, ma poi è andata spegnendosi con il passare degli anni. Soprattutto coloro che l’hanno vissuta sono diventati oggi molto rigidi mentalmente, credo gli sia fondamentalmente andata bene allora perché erano giovani allora ed avevano le menti più fluide. Moltissimi oggi hanno occhi spenti, senza desiderio, impasticcati e con ausilio di farmaci vari per poter riuscire a raggiungere un finto orgasmo. Ai figli non hanno trasmesso niente di buono, anzi sono riusciti a smorzare la loro inevitabile voglia sfrenata di vita.
Non c’è niente di più triste di un adulto spento ed incattivito a livello sessuale, ma ancora peggio l’adulto che soffoca il ragazzo, passando il messaggio che fare l’amore sia un obbligo, non serva nella relazione, e che ci si è separati (quando accade) solo perché non si avevano più rapporti. Quando probabilmente sono stati artefatti, si aveva paura di parlare di quello che succedeva per non perdere quelle tre abitudini meschine, perché nessuno aveva puntato il dito sull’importanza di avere un corpo che va nutrito di piacere istintuale, di amore e di sessualità.
La differenza la fa la consapevolezza di essere in diritto di provare piacere, perché l’energia che si sprigiona nel corpo e nella mente del singolo è non riproducibile, non quantificabile, ma è potente a tal punto da trasformarsi in energia nuova che apre la mente ad una nuova progettualità, non diversamente pensabile.
Una donna, un uomo che desiderano l’altro /a con tutto il loro corpo sono unici nella loro essenza di vita, di desiderio di gratificazione.
Non è assolutamente vero che la passione si debba spegnere con l’abitudine, se ci pensiamo bene piace costruire in alcuni matrimoni un indizio speciale quale la mancanza di vita sessuale, per punire l’altro, per uccidere se stessi, in cui si paga il conto dell’umana stupidità pur avendo la possibilità di creare situazioni quotidiane di piacere.
Non si deve pensare di essere sul set di un film porno (o forse si!) per fare l’amore durante il giorno, più volte, ritagliandosi spazi dalla vita lavorativa e dagli impegni familiari. La ricerca dell’altro, la creazione dell’incontro, appartiene a tutti; ci si rinuncia perché si vuole uccidere la coppia, perché non si è capito l’uso del corpo, del tatto, di altri sensi che possono sprigionare energia pura.
Il bisogno sessuale è un bisogno primario, eliminarlo, metterlo via, vuol dire reprimere la vita. Bisognerebbe invece cancellare il senso di vergogna, che non permette di stare bene, di stravolgere la sensazione di benessere solo perché gli altri chissà che cosa pensano…
Carte blanche à Tino Sehgal, Parigi 2016