<Un’altra appartenenza>: nello stare in casa siamo costretti a costruire altri sistemi di riferimento per noi adulti e per i figli in sostituzione dell’ambiente lavorativo e di quello scolastico per esempio, attivando modalità creative non sempre così facili da trovare a livello mentale.
<Un rifugio>: trovare un pensiero, immagini, attività che ci trasmettano sensazione di sicurezza e di protezione per noi. Ciascun individuo attiverà la sua e dovrà imparare a rispettare quelle altrui, anche se sono completamente differenti.
<Capacità di lottare senza odiare>: provare a gestire la rabbia e la frustrazione di questo momento attuale che ci costringe a fare delle rinunce, ad evitare luoghi ed attività che sino all’altro ieri riempivano la nostra vita, senza lasciare che la sensazione di odio ci pervada totalmente. Anzi trasformare l’odio in capacità di tirare fuori energia positiva per le attività tra le mura domestiche.
<Appartenere ad un legame, ad una squadra>: cercare di fare gruppo non perché si è costretti, ma utilizzando le migliori caratteristiche di ciascun componente per favorire un clima sereno.
<Rabbia e creatività> provare a coniugare la negatività con un atteggiamento diversamente propositivo verso il futuro, esistono infinite possibilità per arredare lo spazio vuoto del presente verso un nuovo futuro.

Ispirato all’articolo del Dott. Selvini: MARA SELVINI PALAZZOLI: UN’EMBLEMATICA STORIA DI RESILIENZA Terapia Familiare, 68, marzo, pp. 127-136 (2002)
Giovanna Ferro  psicoterapeuta associata esterna del Centro Dipendiamo