Al mio esame di maturità quando mi chiesero che cosa volevo fare da grande risposi: l’architetto! Mi ero sempre dilettata nella costruzione di piccole opere in cartone e cartoncino sin da piccola, a partire dalla casa delle bambole. Poi durante l’estate incrociai uno studente iscritto a psicologia all’università di Padova, iniziai a cercare informazioni soprattutto per vivere in una città che non conoscevo … Ricordo l’emozione di trovarmi nel cortile di uno dei palazzi storici di Padova per effettuare l’iscrizione: una fila infinita di ragazzi in coda impantanati a sbrigare mille pratiche burocratiche. Da lì non ho mai perso il contatto con lo psico universo.
Sabato parteciperò ad un incontro con due architetti Antonella e Cristina su “La casa che desideri: piccolo budget, grandi opportunità” di cui poi vi racconterò, perché mi sembra una esperienza molto interessante ed illuminate come laboratorio di idee e confronto.
La casa è uno degli ambienti in cui gli individui passano momenti indimenticabili e drammatici, è il luogo in cui si svolgono incontri carichi di passione ma anche tragedie umane incommensurabili.
Le coppie investono sulla casa energie infinite, senza troppa consapevolezza di che cosa ci sia dietro all’acquisto di una casa. Non è solo la scelta del luogo dove andare a vivere che non sempre viene deciso in piena libertà, ma con troppe interferenze dalle famiglie d’origine. È il luogo mentale in cui i componenti della coppia trascorreranno la loro vita che andrebbe definito con più responsabilità e trasporto amoroso; senza andarsi ad incastrare in dinamiche più o meno malefiche.
E’ un luogo in cui si effettua anche la distruzione di oggetti di arredamento quando la coppia non funziona; quando la relazione tra genitori e figli entra in conflitto.
Sta al grado di sicurezza-autostima-autonomia degli abitanti della casa di sentirsi in libertà di arredarla in maniera creativa; secondo il proprio gusto e le proprie personali preferenze.
Ci sono donne che non si sono mai sentite in diritto di decidere dell’acquisto di niente, perché non lavoravano o perché pur lavorando erano imbrigliate in relazioni che non le facevano sentire libere ed in diritto ad abitare il loro spazio vitale.
L’uomo non è stato costruito per non occuparsi della casa, ma se non fate scoccare la scintilla della complicità nella coppia vi perdete davvero tante occasioni e la casa rimane un simulacro vuoto.
Casa come rifugio e difesa dal mondo.
Ammasso di mobili ed oggetti per ricordare o per dimenticare; disorganizzazione della casa e della disposizione dei mobili e degli spazi riproduce la disorganizzazione mentale di chi vi abita.
La casa riveste per gli esseri umani un significato simbolico e psicologico, che va oltre l’aspetto materiale. Oltre a essere dimora che da riparo e protezione, rappresenta un primo tassello per la costruzione dell’identità, nel racchiudere elementi della storia personale, del passare del tempo, attraverso la memoria, i pensieri e le immagini emotive.
Trauma da trasloco: è uno degli eventi più stressanti della vita delle persone; esiste anche il variegato mondo di un cambiamento di residenza (disorientamento, violazione domicilio, catastrofi naturali, perdita di intimità negli anziani, casa d’infanzia, trasformazioni dei cicli di vita…peluche, poster, attestati sportivi, chiavi per uscita serale, lasciare la casa per nuova famiglia).
Le società primitive attribuivano all’abitazione e al focolare un valore sacrale, tale da indurre un determinato posizionamento in rapporto con il cielo; esistevano divinità domestiche deputate a difendere gli abitanti della casa.
Il disegno dei bambini inerente la casa fornisce degli elementi utili per la valutazione dello stato di benessere/malessere dei piccoli.
Poi esistono esempi di film di come interpretare variamente la casa ed i suoi significati magari anche solo attraverso una determinata inquadratura di una singola scena ; stesso discorso per i romanzi.