La bellezza di Facebook
Connetterti con tantissime persone, che altrimenti non raggiungeresti mai, viste anche le strutture stradali e ferroviarie di cui disponiamo … Uomini e donne così diversi da me che non saprei neanche dove poterli incontrare nella città in cui vivo, in cui quasi esistono dei gruppi ghetti a livello sociale…e poi non è che ci si possa invitare alle tavolate o agli insiemi di persone dicendo “io vi vorrei conoscere, perché magari tra di voi c’è qualcuno/a con cui condividere i miei progetti, pensieri ed emozioni …”
Farti legare per confrontarsi, per scambiarsi idee, pensieri ed emozioni; parlare di quello che non va perché altri possano evitare di cadere nelle trappole varie.
Avere una vetrina in cui esporre il proprio lato nascosto: sono convinta che Facebook ci abbia aiutato ad esprimere il nostro lato oscuro e profondo, che poi è quello che ci anima. Certo quando lo mettiamo in vetrina lo trucchiamo per bene, lo mascheriamo un poco, ma inconsapevolmente andiamo spesso ad esporre gli aspetti che più vorremmo arrivare a chiarire, nella remota speranza che qualcuno ci aiuti a farlo.
La bellezza di poter esporre acquisti sbagliati, ma non perché sono affetta da shopping compulsivo! certo potrebbe essere una idea per qualche associazione commercianti che voglia mettersi in discussione attraverso una rubrica innovativa (*). Ad esempio trovi delle scarpe da running che a detta del venditore dovresti volare via, sfiorando con delicatezza le teste degli altri… Ed invece le scarpe si rovinano … e lui che ti dice di portarle a riparare, che te la caverai rapidamente! Sin lì ci arrivavo da sola, senza bisogno di consulenza sportiva supertecnica; sarà un errore di produzione, può capitare, ma tu commerciante che non sei in grado di offrirmi un riparo dall’errore di acquisto presso di te, meriti di entrare nel circuito della bellezza di facebook solo paradossalmente per uscirne per sempre. Ovvero con una bella segnalazione, affinché altri sappiano con il mio – senno di poi – come non incorrere nella stessa trappola.
Manifestare al mondo intero che ci sono rimasta male, perché mi sentivo in diritto di esser tutelata come cliente, di essere rispettata nel aver scelto proprio quel rivenditore perché mi fidavo della sua politica pubblicitaria che metteva in guardia dal fatto che certi oggetti non si possano prendere usati, ma invece da loro nonostante la desinenza (?)-accio non possono venire a fregare proprio me!
Far viaggiare su fb il pensiero che accomuna molte vittime: hanno fregato solo me, non sono stata neanche capace nonostante la mia maniacalità ossessiva di controllo di vedere, leggere e rivedere quell’elenco di libri, per scoprire che ne mancava un pezzo. E’ solo colpa mia, che disastro di mamma che non sono stata in grado di anticipare il disagio di mio figlio che è rimasto con libro incompleto e gli occhi dei compagni puntati contro. Devo aggiungere che non ho avuto nemmeno il coraggio di tornare indietro, a fare le mie giuste rivendicazioni, ho mandato il mio amico con l’animo commerciale a tamponare il disastro che avevo combinato.
Facebook ti da la possibilità di dire io c’ero, perché la nostra vita è un infinito replicarsi di atti e pensieri che vorremmo si ripetessero in eterno per garantirci un significato autentico e personale. Io c’ero, io sono stato, io sono, manifestati al mondo: rendere la propria vita quotidiana visibile e condividerla con gli altri.
Anche nelle difficoltà. Perché magari qualcuno si potrà offrire di aiutarti a risolvere un problema che a te sembra insuperabile. Gli altri utenti sono una sorta di asta che ti permette di superare il livello intralcio, fornendo possibilità di pensiero alternative a quelle a cui ci si aggrappa tenacemente nei momenti di difficoltà soprattutto per non soffrire!
L’ELENCO DELLA BELLEZZA DI FB MI PIACEREBBE VENISSE COMPLETATO ANCHE DA VOI LETTORI…
(*)bacheca virtuale in cui potersi lamentare, dando la possibilità al commerciante di rispondere, costruendo un contesto di realtà in cui affrontare l’imperfezione, rivedere i propri errori ed avere la possibilità di superarli almeno simbolicamente.