Mio commento alla parte di oggi …
“Vissuto una vita non sua!” Che parole terribili nella testa di ciascuno di noi… Non tutti ovviamente si sentono in questa posizione, ma coloro che hanno questa sensazione trovo siano avvolti da spiacevolezza di vivere, e poi magari rabbia … Il dispiacere spegne dentro, se non stai attento ti toglie la voglia di vivere. La rabbia rischia di bruciarti le energie se non la dosi bene; tra le due io mi sento una esperta di rabbia: mi corrobora.
Tornare indietro? Peccato che non si possa, infatti il successo di tanti film e romanzi credo dipenda proprio da questo: dalle storie in parallelo costruite sul non vissuto, sui desideri, sul non fatto e non detto …
L’unica possibilità, se guardiamo bene dentro di noi con coraggio, ce la fornisce il futuro. Quella dimensione spazio/emotivo/temporale che possiamo veramente plasmare con le nostre più fervide aspirazioni. Ma ci vuole davvero tanta forza mentale per fare il salto!
Pentirsi non serve a niente, cambiare invece si può. Certamente chi manifesta il suo rammarico suscita spesso sostegno da parte degli altri; chi cambia ha meno seguaci. Ma la bellezza nel gestirsi la propria vita è certamente unica: non fatevi fregare dai falsi sostenitori.
Un abbraccio virtuale a tutti, ci ritroveremo il primo martedì del 2016 con il seguito di questo racconto.
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Il senso del tempo trascorso la feriva profondamente avrebbe voluto tornare indietro, avrebbe voluto tornare a quei giorni di tanto tempo fa, avrebbe voluto dare più retta a suo padre che quando aveva saputo che voleva lasciare Gianni le aveva detto senza tanti preamboli –Stai facendo la più grande cazzata della tua vita, spero che tu non te ne debba pentire. Poi era uscito e non le aveva parlato per chissà quanto tempo, aveva ragione suo padre?
Per molto tempo non ci aveva più pensato ma adesso, adesso avrebbe voluto rivivere quei giorni, tornare indietro e chiedere scusa a tutti ma soprattutto a Gianni… si mise a sorridere da sola al pensiero dell’ultima volta che lo aveva visto prima che si lasciassero, prima che gli avvenimenti li separassero, ma una nota di dolore le fece capire che non erano stati gli avvenimenti di quei giorni a separarli o almeno non solo, a separarli era stata la sua paura mista a vergogna per quello che era successo, la sua rabbia per quello che considerava un tradimento impossibile da capire e tantomeno da perdonare…
era estate, il giorno prima dei suoi orali e Gianni era venuto a prenderla in vespa, la aspettava sotto il portone
-salta su strepitosa che si va a spiaggia
-dai non fare lo stupido, domani ho gli orali, devo andare a ripassare con Cris e Lauretta
Ricordava il suo sorriso, il suo abbraccio, la sua maglietta bianca della Fruit of the loom
-forse non hai visto il servizio di Tv7 di ieri sera
-no, che diceva?
– una cosa importantissima..
Era sceso dalla vespa e le aveva preso i libri da sotto il braccio per metterli sotto il sedile della moto
-era un servizio di uno studioso americano un tal John Beach che asseriva di quanto sia inutile studiare il giorno prima degli esami e di quanto bisogna invece distrarsi almeno diciamo per…
Diede uno sguardo all’orologio
-tutto il pomeriggio può bastare….
Lei salì dietro e lo abbracciò, passarono il pomeriggio di quel giorno in una piccola spiaggetta nascosta tra gli scogli a ridere e a fare l’amore. Poi lui la riportò a casa, i capelli e la pelle intrisi di sale e un sorriso che le era entrato dentro il cuore.
-a domani strepitosa, fatti un bel bagno e sognami.
L’ultimo bacio era stato un temporale di sole improvviso dentro di lei, la mattina dopo Paola diede l’orale ma all’uscita della scuola Gianni non c’era… c’era suo padre con accanto due carabinieri in borghese che le si avvicinò, la prese sottobraccio
-vieni Paola, c’è un problema con Gianni, dobbiamo andare con questi signori in un posto…
Lei non riuscì a dire una parola, guardava i suoi compagni che sembrava volessero salutarla ma nessuno che ci riusciva, salì in macchina e trattenne il respiro come da bambina sperando di diventare invisibile… in caserma la fecero accomodare in una saletta con due sedie ed un tavolo di formica verde, dopo poco entrò un carabiniere in divisa ed una signora in borghese, erano gentili ma lei sentiva le loro voci confuse, come un eco distorto…non pensava a niente, non riusciva a pensare a niente.