Eccovi l’inizio di un racconto concessomi da un carissimo Amico, che ha scelto il mio blog per pubblicare questo suo racconto. Abbiamo deciso di pubblicarlo a puntate; magari qualcuno di voi ha voglia di completare alcune parti narrative con i suoi pensieri e le sue emozioni.
Il titolo è <Il tempo> molto indicativo e altrettanto spesso carico di banalità, per l’utilizzo che secondo me le persone ne fanno.
Inizio con una parte di racconto, seguiranno poi le mie parole sui vissuti dei personaggi, sulle sensazioni che forse stanno sperimentando, sul perché sono diventati, così come li leggiamo: insomma un esperimento di scrittura e psicologia.
Buona lettura! a martedì prossimo …
IL TEMPO
Se ne stava seduta in macchina nel posteggio del centro commerciale senza riuscire a muoversi, il cellulare sul sedile del passeggero squillava ad intervalli regolari oramai da una decina di minuti e le chiamate perse si accumulavano sul display.
Prima o poi si scaricherà pensava e la cosa la faceva sorridere anche se forse da sorridere c’era ben poco.La radio sintonizzata su un canale nazionale alternava canzoni notizie e jingle senza nessuna pietà, senza nessuna fottutissima pietà, era li da così tanto tempo pensava che qualcuno prima o poi si sarebbe avvicinato per chiederle almeno come stava, se c’erano problemi con la macchina, se aveva perso qualcosa, o forse era lì solo da cinque minuti… beh almeno dieci viste le chiamate perse, almeno dieci minuti… ma lei li aveva dieci minuti? Poteva starsene tranquilla e ferma per dieci minuti in un normale lunedì mattina soffocato dalle nubi e dalla pioggia? Li aveva mai avuti dieci minuti… da quanto non aveva dieci minuti… da quanto?
“Ho quasi cinquant’anni” continuava a ripetersi, “ho quasi cinquant’anni enon so cosa fare, se andare o restare…all’improvviso mi sono resa conto che non rido più di gusto da non so quanto tempo e so che se trovassi il coraggio forse potrei di nuovo…ma cosa vado a pensare, ma perché non mi emoziono più per niente, tutto mi scivola addosso e sento inesorabile il tempo che mi passa accanto, mi supera e non mi aspetta…perché…?” si sentiva come sospesa, usata, spremuta e gettata via, ingannata ma non dagli altri, non aveva nessuno da accusare, nessuno che l’avesse costretta… nessuno a parte se stessa, se stessa e le sue scelte…
“Oramai è tardi…dovevi cercarmi prima, dovevo cercarti prima, dovevi lottare per me, dovevi fermarmi…” i suoi pensieri erano una nuvola confusa di ricordi oramai lontani, o forse erano soltanto nascosti dentro di lei ed era bastato un incontro casuale, era bastato rivederlo da lontano e riconoscerlo per sentire un brivido lungo tutto il corpo impossessarsi di lei
“Cambia strada Paola, così gli stai andando dritta addosso…cambia strada per amor di Dio, fai finta di telefonare, entra in un negozio…non guardarlo…lui non ti ha ancora vista…cambia strada…adesso…subito…”
-Paola…?
“Ecco, contenta adesso?”
-Gianni…ma sei proprio tu?
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