IL CALCIO E’ DIVERTIMENTO
Il gioco del calcio è un ottima possibilità di confronto: giocatori che si esprimono per abilità e capacità, con teste diverse che possono elaborare innumerevoli strategie, modi differenti di stare assieme nel campo, regole del gioco ben definite che si modulano a seconda delle varie mosse, divertimento assicurato.
Sarebbe veramente il gioco perfetto, eppure al gioco del calcio manca forse la capacità di mettersi in discussione, di essere un po’ più critico verso i giocatori ed i loro svariati modi di stare in relazione.
<C’è dunque una risposta più profonda che si cela dietro quel pallone che finisce in porta: possiamo chiamarla metafora della vita, per dirla con il filosofo esistenzialista Sartre; possiamo paragonare il calcio ad un linguaggio, come ha fatto Pasolini, o a un rito pagano che avvicina a Dio, come sostiene lo scrittore Eduardo Galeano.>
Il gioco del calcio è stupendo per imparare le strategie di azione, anche quelle che si potrebbero poi applicare nel gioco della VITA. Certo come ogni gioco prevede una sfida, un vincitore e uno sconfitto. Anche calarsi in colui che perde può aiutare, è utile per costruire confini personali, che non siano onnipotenti.
L’obiettivo non deve essere solo il goal per la vittoria. Ogni singolo goal deve essere intriso della gioia di stare insieme con i compagni di squadra, del confronto con i giocatori della squadra avversaria.
Scatta ogni volta l’atteggiamento di proiettarsi ed immedesimarsi – da parte di ogni tipo di tifoso – nel giocatore che si trova di fronte sul campo, meccanismo che si presenta per ogni categoria calcistica, e non solo nel top della serie A! Davvero una bella prova mentale ed emotiva.
Ogni partita è una lezione di vita. Parlare di calcio, anche attraverso le squadre avversarie, permette di crescere nel dialogo, in cui non si è per forza tutti uguali.
CALCIO. Stare in relazione, conoscere le proprie abilità e quelle degli altri. Gioco di squadra. Interagire. I più bravi emergono inevitabilmente. Divertimento. Trasferire quella gioia di stare assieme al campetto di quartiere nel campo di gara. I ragazzi vanno aiutati a traghettare in questa dimensione.
Importante fare il tifo, ma come energia vitale per attivare le forze. Non deve diventare un incitamento più o meno esplicito all’attacco, una voce che induce in maniera subdola alla distruzione del gioco.
Importanza del Mister, della guida, avere consapevolezza, che anche se non lo sa, non ha capito bene, non vorrebbe talvolta assumersi il compito, è un punto di riferimento! Scatta un automatismo, un legame tra i ragazzi e l’allenatore. Ed è giusto che sia così. In una fase di vita dei ragazzi in cui l’esterno è più pregnante del mondo dentro casa.
Non dico che dovrebbe esserci una figura psicologica per aiutare i ragazzi ad usare la testa, ma sicuramente sarebbe un buon punto di forza. Che cosa imparano i ragazzi tra di loro? Mi sono chiesta tante volte quali valori si stratificano nella testa dei giocatori. Che cosa arriva nelle loro mappe mentali, ogni volta che il loro corpo si muove nel campo da calcio. Quando percepiscono la potenza di un calcio che lancia il pallone in porta, quale rimando mentale si attiva nella testa? Quali abbinamenti mente e corpo?
Ruolo dei genitori: dovrebbero stare più fuori? Talvolta dagli spalti arrivano dei consigli ai ragazzi che sono diametralmente opposti a quelli dati dal mister: ma come fanno a capire che fare? Chi seguire? Chi tradire?
Di questo ed altro parleremo venerdì 2 con il Mister Gianluca a Radio Savona Sound dalle 21 alle 23