Capita di leggere articoli che ti lasciano senza fiato, che ti sconvolgono per la loro durezza, che ti fanno provare un dolore che ti pervade e che non riesci quasi a contenere.
Accadono fatti di vita vera che pensi non possano succedere in cui un mondo in cui sembra talvolta importante apparire, essere tutti belli e felici;
in cui chi così non è, non sembrerebbe neanche avere il diritto di coabitarvi.
Sono arrivata per caso, e mi sento anche un po’ in colpa dell’esserci arrivata in maniera fortuita, sull’articolo di giornale intitolato “Girotondo di Alessandro”. Una manifestazione dedicata al sogno di Alessandro, bambino di 6 anni malato di leucemia, che aveva disegnato tempo prima un suo sogno attraverso un girotondo (così citava l’articolo, in altri versioni differenti…)
Esistono anche le malattie che colpiscono i bambini; mi fa provare una rabbia immensa, mi lascia impotente, non riesco neanche a pensare al bimbo ed ai suoi genitori; non mi viene da piangere (anche se gli occhi sono appannati) ma i pensieri e le emozioni dentro la testa si bloccano. Avverto il nulla.
Poi mi riprendo e torno a leggere e a sentire dentro la spinta di dover agire, nel mio mondo, per esprimere la mia partecipazione alla vita, perché farsi SOLO gli affari propri nei confronti del mondo circostante, delle persone e dei fatti che accadono nella propria città;
è la peggior offesa che si possa fare nei confronti di chi soffre e sta male, senza averne alcuna colpa.
Perché il destino non sceglie; le cose capitano a caso.
E poi mi viene in mente anche il disinteresse verso le tematiche per cui siamo in dovere di esprimere il nostro parere, e fregandocene bellamente, sempre con il bel pensiero in testa che certe cose non ci capiteranno mai (non so in base a quale logica!), continuiamo a vivere in recinti dorati e dietro facciate di rispettabilità.
E così molti referendum non raggiungono il quorom, intanto poi si cerca il modo di superare l’ostacolo aggirando la difficoltà in una logica perversa, che mi blocca di nuovo il fiato per lo schifo causato dalla non partecipazione.
Ma continuo a credere che il cambiamento sia possibile e che le teste possano essere usate diversamente anche per vivere felici.