Molte persone sono convinte che farsi tappetino di fronte ai capi vari sia utile per far carriera, che annullarsi o accettare qualsiasi cosa dal proprio superiore sia un modo per avanzare nel proprio lavoro, che stravolgere le proprie idee per strisciare meglio serva per farsi notare, che sminuire gli altri colleghi passando per i salvatori faccia arrivare un premio unico.
Ma poi dove finisci tu, il tuo merito, quello di cui sei capace, ne vale davvero la pena? Perché prima o poi qualcuno si accorgerà del bluff e tu non avrai vissuto se non sotto false sembianze.
Forse ogni tanto farsi la domanda di dove si è veramente come individuo, non sarebbe poi così male, per vedersi, per percepire i propri confini personali e lavorativi.
Quale messaggio trasmettere ai figli? Fare valere i propri meriti, distinguersi per le proprie capacità per andare vanti, usare al massimo la propria testa.
Oppure seguendo una pessima abitudine molto italianizzata, puntare sulle raccomandazioni, e aiuti di genitori, o amici di amici di familiari?
Perché adulare? Essere ruffiani? Ai lecca lecca preferisco i bon bon. I capi che adorano esser laccati (spero non come l’anatra) sono un pessimo esempio. Non capisco perché alcuni di loro preferiscano avere dei collaboratori che li incensano. E’ un modo per catturare attenzioni, che nessun riserva più loro? Non intendono esporsi o assumersi responsabilità sugli altri, così ci rimettono poi sui profitti, non solo economici ma anche a livello di qualità di vita lavorativa? Mossa alquanto stupida e superficiale? Perché pensano di essere superiori agli altri e l’effetto di avere stuoli di ruffiani moltiplica all’infinito il fascino discreto del potere?
Ma ne vale davvero la pena? Quando ti guardi allo specchio che cosa vedi? o fortunatamente lo specchio dal disgusto si è auto infranto come l’incantesimo, perché non poteva tollerare altro?