DIRE FARE BACIARE
L’amore ci nutre, ci fa crescere, a tratti travolge la vita, non tutti ne se sono consapevoli; abbiamo bisogno d’amore in quanto esseri viventi, solo che qualcuno non lo sa cogliere, non riesce a beneficiarne, lo butta via. Esiste anche poca consapevolezza sulla realtà della relazione di coppia. Questo lo scambio tra i due “Dall’archivio di un amore unico” – parte seconda.
LEI <Sei fantastico nei tuoi giri in bici! Questa notte penserò a cosa chiederti…. Buona notte>
( Antefatto: lei ha indovinato l’autore della canzone di cui lui le ha inviato alcune parole)
LUI Buongiorno! Speriamo che la notte abbia portato consiglio. Comunque non temo niente, puoi chiedere tutto quello che vuoi. Oddio proprio tutto magari no, ci sono cose su cui non transigo, sono gli affetti più puri e duraturi, quelli per i quali non potrò mai scendere a compromessi. Quindi non ti sognare nemmeno lontanamente di toccare la Grande Juve, per il resto a disposizione.
LEI Preferirei essere al tuo posto, chiedere vuol dire anche esporsi, ed io sono timidissima. Tu prova a scrivermi su cosa non scenderesti mai a compromessi, ogni individuo ha dei limiti differenti, probabilmente ci collochiamo ad estremi opposto Io sarò strana ma non credo di essermi mai limitata. A presto!
Colonna sonora a cura di Ligabue.
“Pomeriggio spompo di domenica
Come fanno gli altri a stare su
Non arriva neanche un po’ di musica
Quando qui manchi tu “
“tu non fai più male
non ci contare
non fai più male
sappi che
tu non fai più male
devi sapere
che non fai più male “
“È più forte di me questo gioco d’amore
Si può solo guardare come va a finire
È più forte di me questo gioco d’amore
Questa gabbia di nervi e gusto e buon odore
Quattro e mezzo e suda il vetro
Cosa ci disegno sopra?
Tu da quello io con questa
Tanto per non stare indietro
Lei che ce la mette tutta ma ti porta sempre in faccia
Siamo in troppi io e lei in questo letto
È più forte di me questo gioco d’amore
Si può solo guardare come va a finire”
LUI questo mi sa tanto di Test da Riza Psicosomatica (si chiama così la rivista?) o di un tentativo di invertire i ruoli ben definiti. Tu hai vinto la scommessa e tu devi richiedere il premio, io ho perso e devo pagare. Comunque vuoi sapere i miei limiti? Sono pochi, effettivamente pochi, ma quei pochi hanno mura altissime quasi impossibili da scalare : non commettere mai un omicidio (pensa che stupenda trama per un romanzo, il prezzo di una scommessa che diventa un omicidio), chiaramente non farei mai del male (in nessun senso) alle persone che mi vogliono bene, tutto qua, se ancora sei indecisa, ricordati di quando si era bambini (almeno ai miei tempi), le vecchie penitenze di una volta
Dire
Fare
Baciare
Lettera
Testamento
E poi non ho mai detto o pensato che tu sia strana e nemmeno che ti sia limitata. Sai come diceva il Poeta ”Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti”, a presto!
LEI Interessante lo spunto per uno scrittore! Io mi sento da sola strana, nel parlare e nel confrontarmi con chi mi sta attorno, non sempre le mie idee e pensieri sono accolti da tutti, qualcuno viene proprio censurato! Lo so da sola che non mi sono limitata, nel senso che pur dovendomi gestire dentro di me un bel peso emotivo (paura, stress, rabbia, tristezza) ho sgarrato in quelli che sono ritenuti essere i confini morali dalla maggior parte di chi sta dietro una facciata di rispettabilità, però la contro partita è stata una sensazione indescrivibile di ebbrezza.
E’ vero che la posta della scommessa l’hai decisa tu, volutamente ambigua, un po’ da uomo crudele, offrendomi di poter scegliere quello che volevo o no?
Sono attratta dal tuo sguardo, hai un taglio di occhi che mi intriga, hai una mente interessante, sei molto sfidante ed a me piace molto il tuo modo di giocare. Scelgo BACIARE i tuoi occhi. Non mi sento di aver sbagliato da professionista, accetto di non poter però ritirare il premio, mai accetterei quello di consolazione.
Credo che il gioco comunque debba continuare tra noi. Buona notte PS: ho scritto di getto, domani sarò un po’ meno briosa ed avrò anche timore di aprire la posta, ma lo farò!
LUI Caspiterina, sono in difficoltà, ed è una difficoltà piacevole se riesci a capire, ma comunque resta sempre una difficoltà. Sono bloccato davanti al computer e continuo a rileggere la tua mail senza sapere da che parte iniziare a rispondere… rispondere, controbattere, continuare a scherzare, fare finta di niente. Nessuna di queste opzioni mi accende la lampadina, bisognerebbe essere sinceri e toglierci di dosso un altro strato di pellicola protettiva per apparire o cercare di apparire veri; ci penso un attimo e non mi sembra per niente facile, infatti non lo è. Cominciamo col mettere in ordine i pensieri anche se onestamente lo trovo molto difficile anzi, quasi impossibile ma proviamo. Prima di tutto una domanda, anzi (ripetizione ma non importa, non siamo ad un corso di scrittura) due o tre. Cosa significa peso emotivo? Da che cosa sono causati lo stress, la rabbia e la paura? Quali sono i confini morali che hai sgarrato e perché? E quella sensazione indescrivibile di ebbrezza, puoi metterla meglio a fuoco per favore? Ordine ci vuole, ordine. Ho una grande considerazione per gli occhi.
LEI Ho avuto dei problemi ieri, ecco questa è la punizione: qua c’è già una sorta di risposta a cosa intendo con paura e stress. Ho dormito pochissimo l’altra notte e stasera sono stanchissima ma non posso non scriverti; solo che già non è facile scrivere a te (perchè mi crei confusione dentro!!!!) e quando sono stanca ancora meno facile scrivere, mi limiterò all’essenziale. Scrivere certe cose per mail è facile,<baciare i tuoi occhi>, non ti ho davanti; ma poi sostenerle è più difficile, molto più difficile; non so neanche se ne sarò capace! Avrò già letto più di dieci volte la tua e mail…mi manda in tilt! Buona notte!
LUI Peccato per il nostro mancato incontro! Però pensa che scena cinematografica: campo lungo, la luce dei lampioni che forma dei coni luminosi sull’asfalto, un uomo (io naturalmente), che fuma sereno la sua ultima sigaretta guardando distrattamente i cornicioni dei palazzi bui, un ultimo sguardo all’orologio (non lo porto ma fa niente, tu immaginalo lo stesso) poi con un sorriso amaro da una schicchera alla sigaretta facendole compiere un arco che sembra infinito. La cinepresa segue al rallentatore la cicca che cade fumando, poi gira su se stessa ed inquadra l’uomo di schiena che se ne va. Dimenticavo il Trench stile Bogart, ma oggi il clima non lo permette; quasi quasi lo faccio lo stesso anche se conosco il finale…. Bisogna sdrammatizzare altrimenti si rischia di mettere in atto una commedia venuta male e piena di luoghi comuni, e a me i luoghi comuni annoiano. Onestamente non so dove stiamo andando, non voglio neanche saperlo, lasciamo fare al caso, o destino che dir si voglia (luoghi comuni). Leggerezza ci vuole leggerezza ed ironia, non bisogna sciupare le belle sensazioni.
Ricordi??? Stavamo parlando di leggerezza ed ironia, stavamo parlando (veramente ne stavo parlando io), di non sciupare le belle sensazioni che derivano da questo stranissimo rapporto: rapporto? diciamo da questo stranissimo modo di comunicare. Maledizione, non riesco a trovare le parole non dico giuste (questo onestamente mi sembra impossibile) ma almeno adeguate che non mi facciano apparire o come un quindicenne brufoloso o come un maniaco. Parole che non mi facciano dimenticare chi siamo e che praticamente ci conosciamo da pochissimo. Parole che mi facciano tenere i piedi per terra e nello stesso tempo mi facciano muovere con leggerezza (ancora, allora è una fissazione!) su di noi. Buon lavoro e mi raccomando, leggerezza ed ironia!