DIPENDENZA AFFETTIVA “Passioniallimite
Ho incontrato dentro e fuori dallo studio tante donne incastrate dentro relazioni sentimentali, che di amore avevano ben poco sapore. Pochissime veramente consapevoli di star sprecando la loro vita, perché ogni vita ha un valore immane che non è certamente determinato dal destinatario, o dalla fatica e spreco che si fa.
Ciascuna per niente mentalizzata sul fatto di esser “usata”, in un modo quasi valorizzante, nonostante la pioggia di Ti Amo. Le donne possono imparare a fare le cose per se stesse, se lo meritano; abbandonando l’atteggiamento di doversi sacrificare per qualcuno perché così si trova la via della realizzazione. Non vorrei incitare alla ribellione…MA
<Se io soffro per te, tu mi amerai? Sesso soddisfacente in una relazione frustrante? Il bisogno di sentirsi necessaria, ovvero amata…cosi quando un uomo sembra aver bisogno di lei, in realtà le sta offrendo il suo amore? ( 69 Robin Norwood)
Oltretutto sono sempre donne che hanno ricevuto poco nella propria famiglia d’origine, ed arrivano a capirlo solo dopo un lungo percorso, e quindi nella relazione con il partner cercano di rivivere quelle situazioni lacunose per andare finalmente a riparare quell’errore iniziale, per controllare tutto. Non potevano difendersi dalle mancanze dei genitori, e neppure questi ultimi le proteggevano!
“Ricordate che in una donna che ama troppo operano due fattori:
– La corrispondenza perfetta , come quella della chiave nella sua serratura, tra i modelli di comportamento della sua famiglia e il tipo di comportamento dell’uomo;
– La spinta a ricreare e superare le situazioni dolorose del passato.” ( 100 Norwood)
Il concetto di DIPENDENZA AFFETTIVA entra a far parte del lessico psico-patologico solo recentemente, circa una ventina d’anni fa…con Robin Norwood, Donne che amano troppo. (Guerrieri p.44 e 45)
La dipendenza affettiva, love addiction, si è rivelata una diversa fonte di sicurezza, una alternativa che va a sostituire la crisi di valori, certezze, instabilità delle varie forme di relazioni sociali, una via per trovare un riferimento affettivo smarrito. Una illusione di protezione da parte di una altra persona che diviene poi un “legame che stringe”, una “dolorosa ossessione”, dolore pure e mancanza di tutela verso se stesse.
“Va dove ti porta il cuore” (Guerrieri p.34), il cuore non sempre è un adeguato indicatore di benessere o un fattore di protezione dentro la relazione sentimentale.
Amare troppo (al 99% colpisce la popolazione femminile) è annullare se stesse. Amare correttamente, ed in modo salutare, è accettare prima di tutto se stesse, il proprio mondo personale, essere disponibili ad accettare che la realtà sia così come è, senza necessita di cambiarla.
Riguarda di più le donne perché sono abituate a sentire scarso valore in se stesse, anche se sembra che abbiano una considerazione elevata (e loro stesse credono sia così! Si raccontano le bugie da sole…); dubitano delle loro capacità, cercano protezione per le loro presunte debolezze da chi non è interessato e capace di averle dentro la testa.
La droga fa paura, e quasi tutti la associano ad un mondo di siringhe, vite stroncate da eroina per esempio, di persone incapaci di arrestare il regno delle sostanze che si impadroniscono delle menti presunte deboli
<ma molte donne sono state drogate da un uomo, e come tutti gli altri drogati, hanno bisogno di capire e ammettere la gravità del problema prima di poter cominciare a curarsi e a liberarsene> (14 Norwood). Quando cerchi di avvicinarle a questa tappa, perché ti hanno chiesto aiuto, per tanto tempo negheranno, tirando fuori spiegazioni apparentemente sensate, ma solo per proteggersi. Ma non sanno che tu terapeuta non puoi credere, anche se continui ad avere fiducia che riescano a modificarsi. Perché se ne esce dalla dipendenza affettiva!
Un sentito grazie all’opera di Nicoletta Conio
“Passioniallimite”
Tecnica mista di decollage di acrilico su tela dimensioni 50 x 50 il titolo è “Passioniallimite” scritto tutto attaccato proprio per descrivere l’intensità di queste passioni e nell’opera si vede il turbinio di colori i forti blu rossi e neri che tentano di coprire il vuoto che si intravede nel bianco (realizzato tecnicamente con il decollage) è un crescendo dalle sfumature alle spatolate decise che quasi hanno bucato la tela. Anno di realizzazione 2016
Riferimenti bibliografici
Cesare Guerreschi La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d’amore? Franco Angeli 2011
Robin Norwood Donne che amano troppo Universale Economica Feltrinelli 1989