Cose semplici, non per tutti…
Mangiare un pezzo di pane, genuino, magari appena sfornato, che ti da una sensazione di buono, autentico, anche se in centro a Savona non saprei dove andarlo a recuperare. Il giorno dopo é già secco o di simil gomma.
Fare colazione in tutta calma, svegliandosi anche mezz’ora prima, avvolta nell’aroma del caffè, da sola o con chi ami, chi ti riempe la vita e chi ti fa arrabbiare profondamente, ma poi sai che sarà sempre dalla tua parte, non per proteggerti, ma per seguire le tue orme di donna che si sente in diritto di essere felice.
Essere carinissime a 30 anni, ed accettare a 50 di divenire quasi invisibili. Entrare in contatto con la tua lei nel profondo, con cui sei cresciuta e diventata grande.
La semplicità di andare a correre, anche un pó in mezzo alla strada (perché dove vivi non hai altre possibilità ) la mattina quando ti svegli e riceverne una carica per tutta la giornata. Utilizzare la corsa per fare pensieri creativi, per smaltire la rabbia delle brutture che senti e che accadono, per affrontare le difficoltà.
Di preparare il tuo dolce preferito, di scrivere un post sul blog che ti elettrizza, di fare una telefonata di lavoro liberatoria.
Di un sorriso autentico perché oramai non cerchi più di fingere, ma sei tu stessa. E ti puoi anche concedere di spedire a quel paese chi lo merita, senza rischiare alcuna sorta di espulsione.
Il rispetto per l’altro che ti é di fronte, ma non solo perché è tuo amico, familiare, ma solo un essere umano degno di ricevere riconoscimento di esistere.
Ascoltare la canzone preferita di tuo figlio a tutto volume in macchina, con i finestrini abbassati, cosicché tutti si girano a guardare, perchè improvvisamente sembra che si materializzino tutti i semafori della città.
Mangiare una pasta aglio olio e peperoncino che diventa piccante anche l’anima, ma non ti arrendi nell’aver esagerato con le dosi, e la finisci tutta. E ti senti orgoglioso e fiero di finire tutto quello che hai nel piatto.
Sbagliare, farsi anche male, ma saper riconoscere di aver commesso un errore e chiedere anche scusa. Sbagliare stare malissimo, essere arrabbiata che non ti abbiano capito, ma non tornare indietro solo per far parte del gruppo. Saper osare… e sfidare le convenzioni.
Indossare il vestito che ti rende meravigliosa con tacco 12 e pavoneggiarsi davanti agli specchi di casa, perché alimentare la propria autostima anche attraverso l’immagine corporea fa parte della ricerca della consistenza personale.
Essere presente per chi ha bisogno senza ostentare, non chiedere spiegazioni ma lasciare che gli altri parlino ed accettare tutte, proprio tutte le parole, anche quelle più assurde.