Io che ho sempre adorato la colazione, momento magico della giornata. Simbolo di nascita e di ripresa, in cui immersi nella progettualità si riprende a vivere, concedendosi quello che il giorno prima non si è fatto o non si è riusciti a fare.
Adesso che le partite sono entrate nella mia vita, mi trovo immersa in un inizio di giornata da pseudo incubo, in cui i mostri della sera prima non si sono mai addormentati, si sono ingigantiti sempre di più, sino a raggiungere dimensioni indefinite, in forme emotive quasi spaventose!
Per non parlare di quando la sera prima si sono sfidate le due squadre per cui tifano in casa, ed una è pura riuscita a vincere.
Non si può dire che non sia sempre il momento della giornata che prediligo, ma siccome non voglio rovinarmi la colazione, ho imparato che esista questa variante simpatica, istruttiva, per la necessità continua di pungolarsi, di rincorrersi in sfide mentali di rievocazioni di azioni eroiche.
Poi il campo del tavolo della cucina si espande per la casa, in una serie di mosse e contromosse, che manderebbero fuori di testa una qualsiasi persona; non che mi senta superdotata, ma non voglio perdere le mie energie nel calmarli, acquetarli. Quindi sfrutto questa danza calcistica per esercitarmi nell’arte di avere anche pazienza.
Per fortuna che esiste un orario di inizio scuola, altrimenti quel estroverso pallone verde campo da calcio di gommapiuma, oltre che servire per dare due calcetti in giro per la casa, rischierebbe di volare giù dalla finestra per non tornare più.
Odiavo il calcio ed adoravo la colazione, non si sono invertite le due sensazioni. Certamente non venererò mai il calcio, ma ho imparato a renderlo parte della mia vita in modo simpatico. Le mie colazioni sono movimentate e dinamiche, sono autentiche momenti di scambio umano, in cui i sentimenti sono scesi in campo per la gara più bella del mondo. E poi quei due al mio tavolo sono sempre lì che si attaccano costantemente, ripercorrendo tutte (e proprio tutte) le azioni della sera prima. Se per caso uno dei due si dimenticasse un’azione, l’altro subito attiverebbe la sua memoria in un continuo gioco di relazione calcistica.
Meno male che non gira per casa il foglio di giornale rosa, quello sarebbe davvero la fine per me, altro che inizio di una buona giornata!